Immergiti nella rude natura del Supramonte, l’area più inospitale della Sardegna, in uno dei percorsi più difficili e coinvolgenti d’Italia. Un’esperienza unica, in un alternarsi di imponenti pareti di roccia, dense foreste e passaggi esposti sopra il mare cristallino del Golfo di Orosei.
ATTENZIONE: questo percorso è dedicato AGLI ESPERTI E a chi è pronto a vivere un’esperienza alpinistica unica al mondo.
Il nostro itinerario segue fedelmente il tracciato originale del Selvaggio Blu, lungo le mulattiere dei carbonai e i passaggi di arrampicata utilizzati dai pastori del Supramonte. Abbiamo apportato solo le modifiche necessarie per garantirti la massima sicurezza, ma per il resto, ogni passo che farai è lo stesso che questi uomini duri e coraggiosi facevano quotidianamente.
Manteniamo intatta la sfida e l’avventura che hanno reso famoso questo sentiero.
Selvaggio blu autentico
Selvaggio blu extreme
Cibo che Racconta la Sardegna
Immagina di gustare, alla fine di una giornata di trekking, un pasto che parla della terra che hai appena attraversato. Pane carasau, formaggio pecorino, carne arrosto, tutto preparato con ingredienti locali, freschi e autentici, annaffiati con del buon Cannonau. Ogni boccone è un tributo alla tradizione pastorale del Supramonte.
Non ti offriremo cibo in scatola. Qui, il cibo è parte integrante dell’esperienza, un modo per immergerti ancora di più nel cuore selvaggio della Sardegna.
Anche i Vegetariani potranno gustare piatti deliziosi, creati dai nostri cuochi con l’unione armoniosa di ingredienti locali.
MA RICORDA: IL NOSTRO PERCORSO È SOLO PER ESPERTI!
Il Selvaggio Blu è riservato a chi cerca una sfida vera, a chi è disposto a mettersi alla prova in un ambiente che non fa sconti. Se cerchi il comfort, se vuoi evitare la fatica, allora questo trekking non fa per te. Ma se vuoi vivere qualcosa di straordinario, se vuoi poter dire di aver camminato sul sentiero più avventuroso e autentico d’Europa, allora sei nel posto giusto.



Cibo che Racconta la Sardegna
Immagina di gustare, alla fine di una giornata di trekking, un pasto che parla della terra che hai appena attraversato. Pane carasau, formaggio pecorino, carne arrosto, tutto preparato con ingredienti locali, freschi e autentici, annaffiati con del buon Cannonau. Ogni boccone è un tributo alla tradizione pastorale del Supramonte.
Non ti offriremo cibo in scatola. Qui, il cibo è parte integrante dell’esperienza, un modo per immergerti ancora di più nel cuore selvaggio della Sardegna.
Anche i Vegetariani potranno gustare piatti deliziosi, creati dai nostri cuochi con l’unione armoniosa di ingredienti locali.

MA RICORDA: IL NOSTRO PERCORSO È SOLO PER ESPERTI!
Il Selvaggio Blu è riservato a chi cerca una sfida vera, a chi è disposto a mettersi alla prova in un ambiente che non fa sconti. Se cerchi il comfort, se vuoi evitare la fatica, allora questo trekking non fa per te. Ma se vuoi vivere qualcosa di straordinario, se vuoi poter dire di aver camminato sul sentiero più avventuroso e autentico d’Europa, allora sei nel posto giusto.


CHI SONO LE GUIDE?
Guide con Radici Profonde nel Territorio
Noi di Climbing Sardinia siamo un gruppo di Guide Alpine UIAGM e Guide Escursionistiche locali. Non solo conosciamo il sentiero, ma siamo parte del territorio. Siamo cresciuti in queste terre, e abbiamo imparato a conoscerle attraverso le storie e i segreti tramandati di generazione in generazione. Durante il cammino, non sentirai solo dettagli tecnici del percorso, ma anche racconti dei pastori che un tempo vivevano qui, storie di coraggio, di lotta e di sopravvivenza. Questo è un valore che nessun altro SELVAGGIO BLU può offrirti: la connessione profonda con la storia e l’anima di questa terra.

Roberto
IFMGA Guida Alpina

Matthias
IFMGA Guida Alpina

Andrea
IFMGA Guida Alpina

Nicola
IFMGA A Guida Alpina

Tania
IFMGA Guida Alpina

Ivan
CEO e Guida Escursionistica




IL SUPRAMONTE
Il Supramonte è un’area talmente inospitale che l’uomo non è mai riuscito a piegarla ai suoi interessi. Vivere tra queste montagne non è facile: manca l’acqua e il terreno roccioso non permette di coltivare.
Durante i millenni furono pochi pastori coraggiosi che osarono valersi delle sue foreste per allevare gruppi sparuti maiali e capre: le uniche greggi che possono sopravvivere in questo ambiente. Una vita faticosa, resa ancora più dura dalla costante presenza di briganti e dai ricorrenti furti di bestiame. Già in epoca romana le montagne della Sardegna erano popolate da persone indomabili, tanto da conservare l’attuale denominazione di Barbagia.
Solamente dalla seconda metà del XIX secolo le foreste del Supramonte furono oggetto di un intensivo sfruttamento per la creazione di carbone di legna. I carbonai crearono una fitta rete di mulattiere per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili e trasportare il carbone sino alle lontane calette sul mare.
Tuttavia, carbonai, pastori e briganti hanno ormai terminato i loro interessi economici in Supramonte. Negli ultimi cinquant’anni la vegetazione sta finalmente riprendendo possesso delle sue montagne, avvolgendo le mulattiere e i vecchi rifugi dei pastori.
Con il Selvaggio Blu ci siamo sempre impegnati a mantenere vivo il ricordo della vita di queste persone. Percorrere il Selvaggio Blu con le nostre guide significa capire il territorio, immergersi a pieno nella sua storia, negli aneddoti, le diatribe, i pettegolezzi e tutte le soluzioni ingegnose che pastori e carbonai adottarono per sopravvivere in un territorio talmente ostile. Scopriremo su cosa si basasse la loro economia, le loro routine quotidiane e la difficile gestione dei rapporti con i briganti, con i pastori vicini e con le famiglie lontane.


BREVE STORIA DEL SELVAGGIO BLU
Immagina questo: siamo nel 1988 e due ragazzi avventurosi, Mario Verin e Peppino Cicalò, hanno un’idea che cambierà tutto. Notano che la costa est della Sardegna è praticamente sconosciuta ai camminatori, così pensano: “Perché non creare un nuovo sentiero che segua la linea della costa?” Decidono di usare alcune vecchie mulattiere abbandonate anni prima, quando i carbonai avevano lasciato l’area. Doveva essere una semplice escursione in montagna, niente di troppo impegnativo.
Ma, ovviamente, la natura aveva altri piani! Si sono imbattuti in pareti rocciose e canyon che hanno reso il percorso molto più difficile del previsto. Invece di arrendersi, si sono messi l’imbrago, hanno legato una corda a un albero di ginepro e si sono calati giù per foreste selvagge e labirinti rocciosi. E onestamente? Ne è nato qualcosa di fantastico—unico nel suo genere, un sentiero senza eguali in tutta Italia! L’area era completamente selvaggia, con migliaia di chilometri di montagne, foreste e il mare di un blu elettrico, senza nemmeno un paese in vista. Così si sono entusiasmati, l’hanno chiamato “Selvaggio Blu” e ne hanno fatto un gran parlare. Hanno proposto l’idea alle autorità locali e hanno anche pubblicato un articolo sulla rivista per cui Verin scriveva. Ovviamente, la risposta è stata enorme perché le foto erano spettacolari.
Ci è voluto un po’ di tempo prima che qualcuno decidesse di affrontare il percorso per davvero. Servivano attrezzature da arrampicata, e i locali hanno aiutato consegnando cibo e acqua lungo il cammino. Nei primi anni ’90, il Club Alpino Italiano si è coinvolto, inviando gruppi a percorrerlo e ripubblicando articoli nella propria rivista, attirando ancora più persone interessate.
Per anni, il sentiero è rimasto proprio com’era quando Mario e Peppino l’hanno visto per la prima volta: senza cartelli, senza strutture, senza campeggi organizzati e sicuramente senza bagni. Era un’avventura pura e incontaminata! Ed è proprio così che il Selvaggio Blu è oggi: un trekking emozionante e selvaggio che non è stato domato dalle folle che lo percorrono adesso